RICORDO
Ricordo le mani grandi di mio padre rilasciate sul letto, nocchiute propaggini rivolte al cadere del giorno. In silenzio le guardavo chiedendone un moto improvviso nello scandire lento della veglia. Poi, al mattino, debolmente piegate, di biancore glabre, sfiorate appena dalla luce poggiata alle persiane.
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